Rio Terà Lista di Spagna, sul Rio de l’Isola

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Rio Terà Lista di Spagna -Cannaregio

Rio Terà Lista di Spagna, sul Rio de l’Isola

Il Rio Terà Lista di Spagna venne realizzato nel 1847 mediante l’interramento del Rio de l’Isola. Il Rio de l’Isola, partiva dal Canal Grande poco prima dell’attuale Ponte dei Scalzi, e con un percorso quasi rettilineo, da ovest ad est, si immetteva con una curva ad angolo retto nel Rio dei Sabioni. Aveva una fondamenta lungo il lato nord, e tre ponti privati: Ponte de Cà Malipiero, Ponte de Cà Crotta, Ponte de Cà Lardoni o de Cà Lombardi e un ponte pubblico, il Ponte de l’Ambasciatore. (1)

Così si chiamò questo tratto di strada per essere prossimo al palazzo degli ambasciatori Spagnoli. Lista, infatti, voleva significare, come altrove abbiamo notato, le adiacenze del palazzo di qualche ambasciatore, che godevano, al pari degli antichi asili, alcune immunità per i delinquenti. Il palazzo di Spagna, di cui si parla, per quanto ricordano le nostre cronache, e per quanto si deduce dallo stemma della torre coi due grifoni alati ai fianchi, sculto tuttora sopra il bel pozzo della corte interna, venne fondato dalla cittadinesca famiglia Frigerio, o Friziero, del cui sangue si vuole essere stato San Magno.

L’autore delle Vite e Memorie dei Santi spettanti alle chiese della Diocesi di Venezia, pubblicate nel 1763, parlando della parrocchia di San Geremia, afferma, “che certo sito esistente nel palazzo, ora abitato dall’ambasciatore di Spagna, chiamasi fino al presente la damerà di S. Magno, ore il Santo faceva sua dimora assieme con la nobile sua famiglia detta Frizier”. Ai Frizieri appartenne il palazzo fino al 25 ottobre 1613, epoca nella quale Antonio Friziero q. G. Battista, con istrumento di permuta, in atti di Marin Renio, lo cesse a Renier Zeno q. Francesco Maria, riportandone in cambio la rendita di 340 ducati di dadie sullo stato Veneto.

Non sappiamo precisamente l’anno in cui la famiglia Zeno destinò il palazzo medesimo a sede degli ambasciatori Spagnoli. È certo che questi, sino dai tempi del Martinioni, vi ebbero domicilio, e che il conte Giuseppe di Monteallegre, uno fra i medesimi, finì con l’acquistarlo dopo la metà del secolo trascorso, e rifabbricarlo, come presentemente si vede. Il conte Giuseppe Monteallegre fabbricò pure nella sua chiesa parrocchiale l’altare dedicato alla Sacra Famiglia, a piedi del quale nel 1771 venne sepolto.

Ai nostri tempi però era riserbato al palazzo di Spagna, di essere la sede del pio istituto fondato dall’ultimo Doge dell’estinta Repubblica. Qui, vogliamo dire, si trasportò nel 1857 l’Istituto Manin, dopoché il conte G. Battista Sceriman ebbe dato i mezzi alla Commissione Generale di Pubblica Beneficenza di divenire proprietaria dello stabile, con istrumento 23 maggio 1853, in atti Dario Paolucci.  (2)

(1) ConoscereVenezia Cfr. La Pianta di Venezia di p. Vincenzo Maria Coronelli (1697) e la Pianta della città di Venezia di Ludovico Ughi (1729)

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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