Rio Priuli o de Santa Sofia, nel Sestiere di Cannaregio

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Rio Priuli o de Santa Sofia, dal Ponte Priuli - Cannaregio

Rio Priuli o de Santa Sofia, nel Sestiere di Cannaregio

Il Rio Priuli o de Santa Sofia, il quale deve il suo nome ai prospicienti palazzi Priuli e dalla vicina chiesa di Santa Sofia, inizia dall’incrocio con il Rio de San Felice e termina nel Rio de l’Acqua Dolce, in prossimità del Rio Terà dei Franceschi. (1)

Prospiciente questo rio sorgeva il palazzo Priuli Scarpon, il quale bruciò il 7 marzo 1739. Esso aveva il prospetto sopra il Rio di San Felice e il Rio de Santa Sofia, al pari di altre prossime case, pervenute nei Priuli per il matrimonio, avvenuto fino dal 1360, fra Giacomo Priuli e Maria Foscari, e quindi rifabbricate nel secolo XVI, sopra una delle quali, ancora pochi anni sono, scorgevasi lo stemma della famiglia proprietaria.

Si vuole che un individuo della famiglia Priuli di nobil sangue Ungherese, venuto a Venezia per importanti negoziazioni con la Repubblica, s’invaghisse del nostro cielo, e vi fissasse soggiorno con i suoi. Dicono le cronache che i Priuli vennero ammessi al Maggior Consiglio verso il 1100, ma che, essendo rimasti esclusi nel 1297, vi furono riassunti nel 1310 per meriti acquistati nella congiura di Bajamonte Tiepolo. Essi impartirono il nome a varie strade della città, e diedero tre dogi, quattro cardinali, molti prelati, e lunga schiera di illustri, fra i quali giova ricordare Daniele che pacificò Trieste con Giustinopoli (Capo d’Istria), assalì Rodi, e di non poco denaro sussidiò lo stato nella guerra di Negroponte del 1469; Francesco che, in difesa di Cipro, sbandò una grossa armata Ottomana nel 1487, ed al tempo della cessione ricevette quel regno dalle mani di Caterina Cornaro; per ultimo Antonio che, Governatore di Galeazza nel 1656, sotto il generale Lorenzo Marcello, si trovò al famoso conflitto navale contro i Turchi, assistette alla disfatta delle galere barbaresche a Scio, poi alla gran battaglia in cui spirò il generale Mocenigo, e Provveditore generale, contribuì alla difesa di Candia. (2)

Viene attraversato dai seguenti ponti:

Sulle sue rive si affacciano:

  • Calle del Forno, con riva 
  • Campiello de le Erbe
  • Calle e Sotoportego Zotti
  • Calle de le Vele, con rivetta a fianco del Ponte de le Vele
  • Fondamenta Priuli, con parapetto in muratura e due rive con ringhiere ai lati 
  • Rio de la Guerra e Ponte de la Guerra
  • Sotoportego de la Guerra
  • Campiello Priuli, con riva  
  • Calle del Forno, con riva 
  • Ruga Do Pozzi, con parapetto in muratura e una riva coperta da un tavolato
  • Calle del Forno, con riva  
  • Casa privata, rivetta in legno  
  • Rio Terà dei Franceschi, con riva   (1)

Palazzo Priuli. Lo possedeva nel 1802 Renier Priuli Stazio q. Pietro, che l’appigionava a Giuseppe Gradenigo, già Segretario degli Inquisitori di Stato, il quale vi aveva raccolto scelta biblioteca, e mori nel 1820. Sulla porta vi è un bassorilievo trasportato dalla Giudecca, rappresentante un cane con l’iscrizione: TUTTO A BON FIN PENSATE B. B. Il Cicogna riporta pure nelle sue schede manoscritte d’aver veduto nell’interno, in capo al cortiletto, conficcata sopra un portone, un’altra lapide con un leone, e sotto le parole: CASA DEL SOPRASTANTE DEL DATIO DEL VIN, anche questa al tronde trasportata, nonchè una Beata Vergine in pietra con il bambino sulle ginocchia, che, a quanto si dice, era prima in chiesa dei Servi sull’altare della confraternita dei Barbieri. (3)

(1) ConoscereVenezia

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872

(3) Giuseppe Tassini. Edifici di Venezia. Distrutti o vòlti ad uso diverso da quello a cui furono in origine destinati. Reale Tipografia Giovanni Cecchini. Venezia 1885

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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