Rio de Santa Fosca, nel Sestiere di Cannaregio

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Rio de Santa Fosca, dalla Fondamenta Vendramin - Cannaregio

Rio de Santa Fosca, nel Sestiere di Cannaregio

Il Rio de Santa Fosca, il quale deve il suo nome alla vicina chiesa di Santa Fosca, inizia dall’incrocio formato con il Rio de Noal, all’altezza del palazzo Donà Giovanelli, e termina all’incrocio formato con il Rio del Grimani. (1)

Si vuole che la chiesa di Santa Fosca sorgesse nell’873 per opera di Crasso Fazio vescovo di Olivolo, ma è più probabile che, da Sabatra trasportato a Torcello nel secolo X il corpo di Santa Fosca, si estendesse anche a Venezia il culto di questa Santa, e che le si fabbricasse l’anzidetta chiesa.

Si vuole che la chiesa di Santa Fosca sorgesse nell’873 per opera di Crasso Faziovescovo di Olivolo, ma è più probabile che, da Sabatra trasportato a Torcello nel secolo X il corpo di Santa Fosca, si estendesse anche a Venezia il culto di questa Santa, e che le si fabbricasse l’anzidetta chiesa.

Essa nel 1297 fu restaurata, e poi riedificata due volte, l’una nel 1679, o l’altra nel 1733 a merito del senatore Filippo Donà. In quest’ occasione venne consacrata da Girolamo Fonda, vescovo nonense. Finalmente nel 1741, a spese del medesimo Donà, se ne rifece il soffitto crollato a terra il 24 giugno di quell’anno dopo l’ultima messa, al qual fatto allude l’iscrizione del prospetto: Ad majorem Dei gloriam. MDCCXLI. Questa chiesa, che da parrocchiale divenne nel 1810 sussidiaria di quella dei Santi Ermagora e Fortunato (vulgo San Marcuola), ebbe nel 1847 ristauri ed abbellimenti novelli.

Essa nel 1297 fu restaurata, e poi riedificata due volte, l’una nel 1679, o l’altra nel 1733 a merito del senatore Filippo Donà. In quest’occasione venne consacrata da Girolamo Fonda, vescovo nonense. Finalmente nel 1741, a spese del medesimo Donà, se ne rifece il soffitto crollato a terra il 24 giugno di quell’anno dopo l’ultima messa, al qual fatto allude l’iscrizione del prospetto: Ad majorem Dei gloriam. MDCCXLI. Questa chiesa, che da parrocchiale divenne nel 1810 sussidiaria di quella dei Santi Ermagora e Fortunato (vulgo San Marcuola), ebbe nel 1847 ristauri ed abbellimenti novelli.

Ricordano i cronisti che il campanile della chiesa di Santa Fosca cadde il giorno di San Lorenzo del 1410 a cagione di un turbine fierissimo, che arrecò danno a Venezia per sessanta mila ducati. (2)

Rii che lo incrociano, ponti che l’attraversano e palazzi e fondamente che si affacciano:

    Rio de Noal    
  Fondamenta del Forner, con parapetto in ferro sostenuto da pilastri in pietra, e una riva Rio de Santa Fosca Palazzo Donà Giovanelli  
Palazzo Vendramin        
    Ponte Vendramin, in pietra con bande in muratura    
  Fondamenta Vendramin, con parapetto in ferro sostenuto da pilastri in pietra, e quattro rive con un imbarcadero davanti al palazzo Vendramin     Chiesa di Santa Fosca
      Campo Santa Fosca, con riva monumentale  
    Ponte Santa Fosca, in pietra con bande in ferro sostenute da pilastrini in pietra    
  Fondamenta Diedo, con parapetto in ferro sostenuto da pilastri in pietra, e una riva monumentale davanti al palazzo Diedo, con ringhiera in ferro di protezione.      
      Rio de la Madalena  
Palazzo Diedo        
Rio del Grimani Ponte Diedo      
    Rio dei Servi    

 

Palazzo Vendramin. Il palazzo, che apparteneva alla famiglia Vendramin, è un opera probabilmente dei Lombardi, pregevoli sono i bassorilievi su alcune lesene vicino al portale. In questo palazzo abitò Gabriele Vendramin un importante collezionista d’arte, della sua collezione faceva parte anche La Tempesta del Giorgione, come si ricava dagli inventari famigliari cinque e seicenteschi.

Palazzo Diedo. Il palazzo, che apparteneva alla partizia famiglia Diedo, sorse nella prima metà del Settecento sopra disegno di Andrea Tirali. Non è improbabile però che altro ve ne fosse in antecedenza nello stesso luogo, sapendosi che fino dal secolo XIV abitavano i Diedo in parrocchia di Santa Fosca. Il palazzo di proprietà del comune di Venezia dal 1888 è stato sede di della Scuola Elementare Diedo, poi del Tribunale di Sorveglianza ed è ora di proprietà della Fondazione Berggruen. (2)

(1) ConoscereVenezia

(2) Giuseppe Tassini. Edifici di Venezia. Distrutti o vòlti ad uso diverso da quello a cui furono in origine destinati. Reale Tipografia Giovanni Cecchini. Venezia 1885

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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