Ponte del Tentor sul Rio de Cà Tron

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Ponte del Tentor sul Rio Cà Tron - Santa Croce

Ponte del Tentor sul Rio de Cà Tron. Ramo del Tentor – Calle del Tentor

Ponte in pietra; struttura in mattoni e pietre, bande in ferro a volute. I gradini del ponte s’insinuano nelle due calli di accesso. (1)

I Tintori si unirono in corpo anteriormente al 1436, ed avevano dapprima scuola di devozione sotto il patrocinio di San Onofrio nella chiesa di San Giovanni Grisostomo.

Ricorda il Burani nel suo Giornale Solario che nei registri di detta chiesa esisteva, sotto l’anno 1490, l’annotazione seguente: “Per fa scuola detti Tentori ogni anno si scuode il giorno di Mess: Sant’Onofrio, che è a dì 14 Zugno, lire 44 ecc.”

I Tintori poi, con istrumento 7 ottobre 1581, in atti Giovanni Figolino, ottennero per lo proprie radunante un locale presso il Ponte dei Servi, ed in chiesa, dei Servi eressero arche ed altare. Il locale inserviente alla scuola di quest’arte venne distrutto da un incendio nel 1769, e quindi rifabbricato. I Tintori si dividevano in tre classi: di sete, fustagni, e tele, facendo grandissimo traffico con l’Olanda, Fiume, Levante, e Turchia.

Lo scarlatto ed il cremisi di Venezia godevano una rinomanza universale. I secreti delle tinture erano così meravigliosamente mantenuti da originare una singolarissima usanza. Le leggi ordinavano le stagioni nelle quali si, dovevano comporre le misture per lo scarlatto. Siccome si voleva distrarre il pubblico dal por mente alla fabbricazione di tale tintura, solevasi spacciare qualche favola che mettesse paura nel popolo. Ora si aggirava in quei contorni un fantasima bianco, ora un omaccio con un cappellone, ora un gigante con un lanternino in mano. Ecco come s’introdusse nel nostro vernacolo la parola scarlatto, per indicare un timore senza fondamento. In questa guisa la credulità umana veniva messa a contributo dall’industria. (2)

(1) ConoscereVenezia

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. (VENEZIA, Tipografia Grimaldo. 1872).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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