Chiese e Monasteri dell’Isola di Ammiana

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Laguna Nord con l'Isola di Sant' Adriano e Santa Cristina (dal Campanile di Santa Maria Assunta di Torcello)

Chiese e Monasteri dell’Isola di Ammiana

Storia delle chiese e dei monasteri

Compita la narrazione delle chiese così della veneta, che della torcellana diocesi esistenti al giorno d’oggi nelle nostre lagune, mi lusingo possa riuscire grata ai leggoti una qualche notizia anche delle due Isole ora rovinate Ammiana, e Costanziaco, e così pure delle Chiese, monasteri, che in esse furono anticamente fondati, quantunque ora poco più rimanga, che la conoscenza del nome.

Ammiana dunque, che con corrotto vocabolo si legge chiamata anco Imani, e de Mani, fu una delle sei isole resa abitabile dai cittadini fuggitivi d’Altino, e denominata da una delle porte della loro patria. Molte erano le chiese in essa fabbricate, ma fra queste la più riguardevole fu quella di San Lorenzo eretta in una piccola isola contigua affatto ad Ammiana, chiamata anticamente Castrazio, in cui fini santamente i suoi giorni San Liberale ivi ritiratosi a vivere solitario con alcuni frati, che ufficiavano la Chiesa di San Lorenzo. È assai difficile l’indagare di qual istituto fossero questi religiosi, che precedettero di molto tempo la nascita di San Benedetto, e solo si fa dalla famosa Cronaca, detta del Sagornino, che la chiesa di San Lorenzo fu innalzata a spese di tre famiglie Franduna, che poi fu detta Faliera , Villarense, e Mastallica. Fra queste i Frauduni avendo erette tre altre chiese, cioè San Marco di Ammiano, i Santi Sergio e Bacco di Costanziaco, ed i Santi Massimo e Marcelliano pur di Costanziaco le soggettarono alla chiesa di San Lorenzo, a condizione però che se alcuno di lor famiglia fosse sacerdote idoneo alla cura dell’anime, dovesse essere investito piovano di San Lorenzo; altri menti fosse nei parrocchiani la facoltà dell’elezione. Fu poi appresso la chiesa di San Lorenzo fabbricato un monastero per Monache Benedettine, alcune delle quali uscite di esso ne fondarono un altro contiguo alla Chiesa di San Marco di Ammiano, il quale continuò a riconoscere come suo capo e superiore con annuo censo l’abbadessa di San Lorenzo. Oltre le tre chiese però fondate dai Frauduni, altre tre nell’Isola di Ammiano erano alla chiesa di San Lorenzo soggette, cioè quella dei Santi Apostoli Filippo e Giacomo, l’altra di Sant’Angelo, e la terza di Sant’Andrea apostolo, nelle due prime delle quali furono istituiti monasteri di monache, ed appresso la terza Domenico Franco prete di Santa Sofia di Venezia fondò un convento di Canonici Regolari.

Sopra tutti però nell’Isola di Ammiano fu celebre il monastero dei Santi Martiri Felice e Fortunato, abitato per molti secoli da monaci di San Benedetto, che riconosceva la sua origine da altro monastero della città di Altino dedicato a San Stefano proromartire, i di cui religiosi rifuggitisi per le invasioni dei barbari nelle venete lagune, ivi fabbricarono il monastero di San Felice. In questo chiostro vestì l’abito, e professò la regola di San Benedetto il piissimo doge Orso Badoero, il quale dopo una vita religiosa ed esemplare terminata con una felice morte ivi fu sepolto, ed il di lui nome per lo splendore di sue virtù viene dagli scrittori decorato con titolo di Beato.

Fu questo monastero nell’anno 1199, accolto sorto la protezione della sede apostolica dal Pontefice Innocenzo III, con amplissime lettere dirette a Leonardo abbate, che fu poi innalzato alla sede arcivescovile di Zara.

Come però nel secolo XIV resasi era intollerabile nell’Isola di Ammiana le intemperie dell’aria, e la frequente escrescenza dell’acque minacciava l’estremo eccidio del monastero che aveva già cominciato a rovinare, così determinarono i monaci ritirarsi in Venezia nel monastero dei Santi Filippo e Giacomo da essi fondato, ed ivi a poco a poco scemandosi lasciarono in breve tempo padrone di ambi i monasteri il solo abbate, per la di cui negligenza finì poi affatto di rovinare il monastero di Ammiana. Fu poi l’abbazia con le sue rendite (come si è detto altrove) unita alla Ducale Basilica di San Marco, ed il monastero dei Santi Filippo e Giacomo assegnato per l’abitazione dei primiceri.

Noto assai per le cronache venete è altresì il monastero di Sant’Andrea di Ammiano, in cui (come scrive il Dandolo) Domenico Franco istituì con rigide costituzioni l’ordine dei Canonici Regolari per beneficenza di Marco Greco, piovano di San Lorenzo, il quale nell’anno 1179 con l’assenso di Leonardo Donato vescovo torcellano donò la chiesa di Sant’Andrea e di San Giacomo Cappella di San Lorenzo, a Domenico Franco, ed ai di lui confratelli coll’obbligo però dell’annuo censo d’una libbra di olio da offrirsi alla Chiesa di San Lorenzo.

Fra le rigide regole stabilite dal fondatore vi era di non poter acquistare rendite fuori della diocesi torcellana; ma cresciuti dappoi essendo i canonici fino al numero di 61 e frequente essendo l’accesso dei poveri, veri, e dei pellegrini, ai quali erano tenuti somministrare elemosine, impetrarono i canonici dal pontefice Gregorio IX, nell’anno 1230 l’indulto di acquistare possessioni e stabili in qualunque luogo loro se ne presentasse l’incontro. Uno stato così florido di questa canonica per le vicende delle cose umane andò declinando a tal segno, che nel principio del secolo XV, rimasto il luogo senza abitatori, fu nell’anno 1436, da San Lorenzo Giustiniano vescovo di Castello per apostolico comando di Eugenio papa IV, unito con le tenui sue rendite al monastero delle monache di San Girolamo poco avanti fondato in Venezia.

Gli altri sopraccitati luoghi sacri di Ammiano furono altresì uniti ad altri monasteri, essendosi già riferite a suo luogo le unioni del monastero di San Marco, e dell’altro dei Santi Filippo e Giacomo a quello di Sant’Antonio di Torcello, e del monastero di Sant’Angelo, detto de Mani, a quello di Sant’ Eufemia di Mazzorbo. Dal monastero dei Santi Filippo e Giacomo già soggetto all’abbadessa di San Lorenzo di Ammiano riconosciuta con annuo censo di una libbra di olio sortì la devota vergine Lucia Tiepolo prima monaca in Santa Maria degli Angeli di Murano, e poi abbadessa del monastero dei Santi Apostoli di Ammiana, da cui sortì chiamata da Dio alla fondazione dell’illustre monastero del corpo di Cristo in Venezia.

Altra chiesa (come consta da autentici documenti) vi era pure in Ammiana dedicata a San Giovanni, della quale totalmente s’ignora e la fondazione, e la rovina. (1)

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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