Chiesa di Santa Fosca di Torcello

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Chiesa di Santa Fosca - Torcello

Chiesa di Santa Fosca di Torcello.

Storia della chiesa

Contiguo, come già si è detto, alla cattedrale fu eretto un oratorio sotto il titolo della vergine, e martire Santa Fosca, sull’altare del quale riposano le venerabili ossa della gloriosa Martire unitamente a quelle di Santa Maura già sua nutrice, e poi compagna nel martirio. Furono ambe queste sante trucidate in Ravenna per comando del proconsole Quinziano, quello stesso, sotto cui fu coronata in Sicilia la vergine Sant’Agata, e la notte seguente al loro martirio furono da alcuni pii marinari rapite, e seco loro condotte a Sabrata città della provincia di Tripoli. Occupate poi quelle regioni dai barbari, e atterrata la città di Sabrata, rimasero quei sacri corpi in un paese desolato senza venerazione, finché Iddio ispirò nel cuore d’un devoto uomo chiamato Vitale a levare quei sacri pegni dall’indecente luogo, ove giacevano, e trasportati a Torcello, accolti con allegrezza, e rispetto dal vescovo, e dal popolo tutto di quella città, che per conservarli con particolar decoro eresse loro la già detta chiesa dedicata a Dio sotto l’invocazione di Santa Fosca.

In qual tempo sia stata arricchita quest’isola di sì prezioso tesoro; non è positivamente venuto a nostra cognizione; ma certamente lo fu avanti l’undecimo secolo; poiché si legge in un istrumento notariale dell’anno 1011 che Maria, e Buona, due sorelle abitanti in Torcello, offrirono alla chiesa già fabbricata di Santa Fosca alcune loro rendite situate dentro i termini della laguna; anziché da due documenti scritti negli anni 1127 e 1137 si rileva, che questa chiesa avesse i propri canonici distinti da quelli della cattedrale, i quali per mancanza forse di rendite andarono in tratto di tempo cessando.

Per molto tempo giacque il sacro corpo di Santa Fosca nascosto sotto la mensa dell’altare, finché Stefano Natali vescovo torcellano avendolo ritrovato nell’anno 1247, lo ripose nel giorno 9 di aprile sull’altare da lui poi nel giorno 13 dello stesso mese solennemente consacrato. (1)

Visita della chiesa (1839)

Ritornando indietro per l’atrio del duomo perverremo naturalmente al famoso tempio di Santa Fosca, di forma ottangolare, con cupola maestosa e con atrio elegantissimo, sostenuto da varie colonne di marmo pario. Il gusto di questa chiesa è il greco-romano quale pur dominava nel secolo IX, epoca della sua fondazione. E tanto elegante nell‘interno che anche alle epoche del risorgimento dell’arte, avutosi presente da Sansovino, si seppe da lui con lievi modificazioni cavarne il grazioso tempietto di San Geminiano. L’unico suo altare, eretto nel 1608, colla tavola del martirio di Santa Fosca di Giulio dal Moro, accoglie le ossa della santa unitamente a quelle di San Maura sua nutrice, trucidate entrambi in Ravenna per comando del proconsole Quinziano. Sino al secolo XII aveva questa chiesa un capitolo di canonici distinti da quelli della cattedrale; il che essendo, ci lascia di leggeri scoprire la ricchezza di Torcello da poter alimentare due chiese si prossime colla dignità e collo splendore dall’ indole dei tempi richiesti. (2)

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

(2) ERMOLAO PAOLETTI. Il fiore di Venezia ossia i quadri, i monumenti, le vedute ed i costumi. (Tommaso Fontana editore. Venezia 1839).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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