Scuola Grande di San Teodoro

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Scuola Grande San Teodoro - San Marco

Scuola Grande di San Teodoro. Scuola secolarizzata

Storia della scuola

Presso il monastero di San Salvatore vedi già torreggiare il frontespizio di questa antica confraternita tutto coperto di marmo di Istria, ricco di statue ed eretto per un legato del mercatante Jacopo Galli (che assegnò a tale oggetto 30.000 ducati) sul disegno di Giuseppe Sardi.

Fino dai primi tempi della fondazione di Venezia, in cui San Teodoro fu preso per protettore dei Veneziani, venne instituita una confraternita in onore di lui; ma incendiatosi l’ospizio che l’accoglieva se ne dispersero i confratelli. Se non che nel 1268, quando fu tradotto in Venezia e collocato nella chiesa di San Salvatore il corpo di San Teodoro, venne ivi stabilita la devota scuola che nel 1552 per decreto del consiglio dei X fu ascritta tra il novero delle sei scuole grandi che fu l’ultima di quelle alle quali l’appellativo di grandi venisse applicato. Essa eresse l’altare di San Teodoro nella chiesa di San Salvatore e, comperato il fondo, eresse poi questa fabbrica per le proprie adunanze al modo delle altre scuole grandi. In prima era una piccola comunione di merciaioli, ma poi si compose di uomini ricchi. Non aveva essa né entrate né alcuno bene stabile alla guisa delle altre cinque scuole grandi; ma per le generose offerte dei confratelli bella si faceva di atti pietosi dispensando principalmente alle donzelle due o tre volte all’anno non meno di 25 grazie dai 10 ai 15 ducati. Prima dell’abolizione delle confraternite del 1810 era la fabbrica di questa scuola ornata di molte pitture del secolo trascorso, ma come fu chiusa, divenne l’archivio generale delle pubbliche carte sin che l’archivio medesimo fu trasferito nell’antico convento di Santa Maria Gloriosa dei Frari. Da quel momento divenne questo fabbricato negozio di libraio. (1)

Visita della scuola (1733)

La tavola dell’altare nella prima sala con San Teodoro, e diversi confrati è di Odoardo Fialetti. Vi è ancora il gonfalone con San Teodoro a cavallo, opera del Palma. Un altro quadrone pur si vede la Madonna nell’alto, e molti ritratti, ed il santo pure a cavallo di mano d’Odoardo Fialetti. Sopra il primo ramo destro della scala si vede il martirio di San Teodoro; opera bella di Federico Cervelli. Ed in faccia a questo la Decollazione del Santo; opera lodevolissima di Girolamo Brusaferro dal lato destro della seconda scala si vede pure un’azione di San Teodoro con due ritratti, opera di Giulio Parmigiano. Il soffitto poi a chiaroscuro col Padre eterno e molti angeli è di Giuseppe Enzo. La tavola dell’altare nella seconda sala con San Teodoro, che adora Maria e molti angeli, e ritratti è opera di Odoardo Fialetti. In molti ovati di fiacchi si vedono all’intorno alcune pitture rappresentanti la vita del santo degli autori, che seguono; i due dai lati della scala sono del Cav. Bambini quello passata la porta dell’Albergo è di Antonio Pellegrini, segue l’altro di Antonio Ston. L’altro poi e di Stefano Bambini, passato cantonale ve n’e uno della scola del Piazzetta i d’altro dalla parte del campo e di Giulia Lama. Ultimamente ne fu posto un altro col martirio del Santo di Giovanni Fontana. Nell’albergo girandoti entrati dentro sopra la porta vi è l’Annunziata, opera bella del Cav. Bambini. Segue dal lato sinistro la moltiplicazione del pane, e pesce di Girolamo Brusaferro. Dirimpetto a questo vi è Cristo, che entra trionfante in Gerusalemme; opera degna di Gasparo Diziani. Dalle parti della finestra sopra il banco vi sono i Santi Pietro, e Paolo, opere degne di Giovambattista Tiepolo. Nel quadro, che segue vi è la risurrezione di Lazzero, opera di Santo Piatti. Nel soffitto sopra il banco vi è un Angelo con una croce, d’Antonio Molinari; in quello, che segue vi è San Teodoro in gloria, di Gregorio Lazarini. E nell’ultimo vi è la Santissima Trinità, e la Vergine opera degnissima di Giovani Segalla. (2)

(1) ERMOLAO PAOLETTI. Il fiore di Venezia ossia i quadri, i monumenti, le vedute ed i costumi. (Tommaso Fontana editore. Venezia 1839).

(2) ANTONIO MARIA ZANETTI. Descrizione di tutte le pubbliche pitture della città di Venezia ossia Rinnovazione delle Ricche Miniere di Marco Boschini (Pietro Bassaglia al segno di Salamandra – Venezia 1733)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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