Chiesa di Sant’Agostino

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Luogo dove si ergeva la Chiesa di Sant'Agostino - San Polo

Chiesa di Sant’Agostino. Chiesa demolita

Storia della chiesa

Emulando la virtù dei suoi antenati, che fondata avevano la Chiesa di San Giuliano, Pietro Marturio vescovo di Castello con l’aiuto di Teodosio suo padre, e degli altri congiunti di sua famiglia, fece fabbricare circa l’anno 969 una chiesa parrocchiale ad onore di Sant’Agostino Vescovo d’Ippona, che poi col suo testamento dichiarò soggetta in perpetuo alla giurisdizione dei vescovi Castellani.

Essendo poi stata interamente distrutta da un incendio sotto il principato di Pietro Orseolo di questo nome II, doge di Venezia, fu in breve tempo rialzata dalle sue ceneri con le elemosine dei fedeli. Eguale disgrazia di fuoco la consumò pure nell’anno 1630, ed una simile pietà del popolo veneziano la fece risorgere dai fondamenti nello spazio di un decennio impiegato nel rifabbricarla. Ne fece poi la solenne consacrazione nel giorno 9 di dicembre dell’anno 1691 il patriarca Giovanni Badoaro, dedicandola a Dio sotto l’invocazione di Sant’Agostino vescovo, e di Santa Monica di lui madre. I piùpreziosi ornamenti di questa chiesa sono una insigne reliquia del martire San Cristoforo, ed il corpo di San Marco martire tratto dai sacri sotterranei di Roma.

Nell’anno 1250, essendo in Venezia apostolico legato d’Innocenzo papa IV, il cardinale Ottaviano Ubaldini fiorentino, con sua lettera diretta a Pietro Pino vescovo di Castello lo esortò, e con l’autorità di sua carica gli impose, di dover nella città, e diocesi di Venezia far celebrare annualmente con solennità la festa del dottore egregio Sant’Agostino, reprimendo con censure ecclesiastiche l’ardire di chi si opponesse, per il qual oggetto egli con la facoltà di sua legazione concedeva quaranta giorni d’indulgenza a chi nel giorno natalizio del santo ne avesse visitata la chiesa. (1)

Visita della chiesa (1733)

Dal lato destro dell’altare di San Cristoforo vi è il martirio del detto santo di Giuseppe Nogari. La tavola dell’altare maggiore con Nostro Signore, e i Santi Agostino e Monica è di mano di Bernardino Prudenti. Fuori della Cappella maggiore vi sono quattro quadri con azioni della vita di Sant’Agostino quasi tutti del Molinari. La tavola alla destra con varie Sante è della stessa maniera. L’altra dirimpetto a questa con Nostro Signore in Croce è di mano del Cav. Liberi. Un quadro posticcio a canto la porta destra con Nostro Signore, mostrato al Popolo da Pilato è di Paris Bordone. Dall’altra parte un quadro con la Madonna, ed un Santo è della migliore scuola di Tiziano. In un, capitello fuori di chiesa vi è una pallina di Pietro Mera. (2)

Eventi più recenti

Questa chiesa durò parrocchia fino al 1808. Avvenuta la prima concentrazione divenne succursale, ma, alla seconda, nel 1810, restò chiusa, o meglio servì da magazzino per lunghi anni, finché nel 1873 venne del tutto demolita. Sulla sua area vi è un gruppo di case operaie. (3)

Aneddoti storici

In questa parrocchia nel campiello del Remer stava la casa dove il celebre Boemondo Tiepolo aveva adunati i congiurati e cospirato contro la patria. Cessato il conflitto, con la vittoria della repubblica, per vituperio di Boemondo, fu preso dal Maggior Consiglio di far demolire la casa medesima erigendovi invece una colonna d’infamia con la epigrafe:

DI BAIAMONTE FO QUESTO TERRENO E MO PER IL SUO INIQUO TRADIMENTO SÉ POSTO PER COMUNE PER L’ALTRUI SPAVENTO E PER MOSTRAR A TUTTI SEMPRE SENO.

Rotta però la parte superiore di quella colonna da certo Francesco Fontebon, che era uno dei congiurati e che per grazia venne assoluto, in pena gli fu tagliata la mano, cavati gli occhi e bandito perpetuamente. In seguito, levata quella colonna, fu posta nel campo dietro la chiesa, ed ultimamente si vedeva attaccata al muro della chiesa stessa lungo la strada. Ma nel 1785, spezzata e mezzo sotterrata, si trasse di colà dal custode della libreria di San Marco Jacopo Morelli, ed ottenuta dal patrizio Angelo Maria Querini, fu da esso trasportata nella sua deliziosa villa di Altichiero. (4)

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

(2) ANTONIO MARIA ZANETTI. Descrizione di tutte le pubbliche pitture della città di Venezia ossia Rinnovazione delle Ricche Miniere di Marco Boschini (Pietro Bassaglia al segno di Salamandra – Venezia 1733)

(3) CESARE ZANGIROLAMI. Storia delle chiese dei monasteri delle scuole di Venezia rapinate e distrutte da Napoleone Bonaparte (Arti Grafiche E.Vianelli – Mestre 1962)

(4) ERMOLAO PAOLETTI. Il fiore di Venezia ossia i quadri, i monumenti, le vedute ed i costumi. (Tommaso Fontana editore. Venezia 1839).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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