Isola di San Giuliano Buonalbergo vulgo San Zulian de la Palada

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Giovanni Antonio Canal detto il Canaletto. La Torre di Marghera.

Isola di San Giuliano Buonalbergo vulgo San Zulian de la Palada. Monastero dei Frati Francescani poi Monastero di Monache Osservanti

Storia dell’isola e del monastero

Siccome dall’Isola di San Secondo non è molto distante il luogo di Marghera territorio di Mestre, così riesce opportuno fare menzione di un antico ora distrutto monastero, che situato era presso una vecchia torre detta di San Giuliano, dal nome del santo titolare di esso monastero.

In quei tempi nei quali la Repubblica Veneziana tutta era occupata negli acquisti, e nel commercio di mare solevano abitare presso questa Torre i deputati dal Comune di Treviso all’esazione dei dazi, avendo fermo posto in un angolo dell’Isola di San Secondo quelli, che riscuotevano le gabelle dei veneziani. Ora in questa isola fu fondato già un monastero in cui prima abitarono i frati di San Francesco e poi vi furono introdotte monache osservanti d’ignoto istituto. Si ritrova nominato il Monastero di San Giuliano di Buonalbergo in un testamento rogato nell’anno 1261 e in un’antica Cronaca, che all’anno 1348 fa menzione di un frate di San Giuliano. Il doge Cristoforo Moro lasciò nell’anno 1471 certa somma di soldo ai frati dimoranti in San Zulian della Palada; e in altro testamento scritto dal notaio Filippo Trioli nell’anno 1475 si leggono nominati gli eremiti, ossia i frati di San Giuliano de Bonalbergo verso Marghera. Da questo soprannome di Bonalbergo per verisimile congettura si deduce, essere stato questo monastero dedicato a San Giuliano Confessore, detto l’Ospitatore celebre nella Chiesa d’Aquileia, la di cui vita fu esposta da Pietro vescovo di Jesolo nel suo catalogo dei santi.

Sin all’anno 1491 rimasero i francescani nel monastero, dopo il quale ne presero il possesso alcune monache, delle quali un solo documento ci resta ed è che dalla carità del Senato nell’anno 1521, fu loro fatto rifare il pozzo ed essendo nel decreto chiamate Donne Monache Osservante, questo denota la religiosità del loro vivere. (1)

A San Giuliano Bonalbergo finiscono le barene e comincia la laguna viva, la quale si estende sino a Venezia, lontana circa quattro miglia. Un tempo molto più quelle barene si protraevano verso la città a cagione della belletta deposta da un piccolo fiume detto flumen Mestre che radendo con la corrente la torre di San Giuliano e l’isola di San Secondo muoveva per il canale ora detto Cannaregio, ed un tempo Canaliclo, atteso le cannuccie che lo ingombravano. Tanto fango portava quel fiumiciattolo da interrare la laguna in guisa la continua occupazione di molta gente era richiesta per sgomberare il passaggio alle barche. (2)

Fatti più recenti

Agli inizi dell’Ottocento, durante la dominazione napoleonica, l’isola fu coinvolta nella riorganizzazione delle fortificazioni lagunari che comprendevano la costruzione del vicinissimo forte Marghera. L’antica torre fu abbattuta, mentre sull’estremità rivolta a Mestre fu edificato un ridotto.

Nel 1823 fu realizzata una costruzione per l’intendenza di finanza e l’isola venne così divisa in due porzioni (una per i militari, l’altra per i finanzieri) da un tramezzo di tavole. Di lì a poco l’isola fu completamente abbandonata: durante i moti del 1848 i Veneziani, ritiratisi da forte Marghera, fecero saltare in aria tutte le installazioni presenti su San Giuliano e non vi fu costruito più nulla. (3)

(1) FLAMINIO CORNER. Notizie storiche delle chiese e monasteri di Venezia, e di Torcello tratte dalle chiese veneziane e torcellane (Padova, Stamperia del Seminario, 1763).

(2) ERMOLAO PAOLETTI. Il fiore di Venezia ossia i quadri, i monumenti, le vedute ed i costumi. (Tommaso Fontana editore. Venezia 1839).

(3) https://it.wikipedia.org/wiki/San_Giuliano_(isola)

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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