Famiglia Manin

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Stemma della Famiglia Manin

Famiglia Manin

Dalla gente Manlia romana, o Manilia, vogliono parecchi scrittori, tra i quali il Torrelli, nelle annotazioni alla Soteria di Lorenzo Longo, Ireneo Della Croce, nell’Istoria di Trieste, e Francesco Tomasini, nella Istoria della famiglia Manini, che derivassero i Manini medesimi. Imperocché, dicono, passati i Manilli da prima in Fiesole, e quindi, minata essa città dai Goti, si ripararono, ai tempi di Carlo Magno, in Firenze, contribuendo alla riedificazione di quella città; ove, per corruzione di nome, si appellarono Manini, siccome attestano alcuni marmi ed antiche scritture.

Qui, questa famiglia, produsse molti illustri personaggi, grandi confalonieri, generali di quella Repubblica e capitani delle armi di santa Chiesa. A cagione poi delle guerre civili tra Guelfi e Ghibellini, nel 1312, si trasferì in Udine, nella persona di Manino dei Manini, e vi si radicò con fortunati auspici, rendendosi distinta, con la nobiltà del sangue e con la copia delle ricchezze, fra le principali famiglie di quella provincia, godendo la signoria delle contee e castelli di Polcenigo, Fanna, Mersa, Mielis, Cordovado, Sedegliano, Bugnis, Chiavaco e Andreis, con altri domini. Per i bisogni della Repubblica, nella dispendiosissima guerra di Candia, avendo offerto  Lodovico Manini q. Bernardino, 60.000 ducati in libero dono, ed altri 40.000 di deposito in Zecca, fu ascritto al patriziato con tutta la sua discendenza, per decreto del Maggior Consiglio l’11 giugno 1651. (1)

Il doge Lodovico Manin, benchè impari all’alto grado che sosteneva, ed alle turbinose vicende dei tempi, fu uomo integerrimo, e grandemente benefico. Ce lo dimostra il suo testamento, con il quale lasciò una sostanza di 100 mila ducati, perchè il frutto di essa fosse impiegato parte nel mantener pazzi, e parte nell’ educare fanciulli abbandonati. (2)

Innalza per arme questa famiglia uno scudo quadripartito, recante, nel primo ed ultimo punto in campo d’oro un leone vermiglio, e nel secondo e terzo, partito d’azzurro e d’argento, un cane marino verde coronato d’oro, sopra l’azzurro, ed una fascia azzurra sopra l’argento. (1)

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

(2) Giuseppe Tassini. Curiosità Veneziane ovvero Origini delle denominazioni stradali di Venezia. Tipografia Grimaldo Venezia 1872

I dogi della famiglia:

Ludovico Manin Doge CXX 1/3. — Anni 1789-1797
Ludovico Manin Doge CXX 2/3. — Anni 1789-1797
Ludovico Manin Doge CXX 3/3. — Anni 1789-1797

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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