Vitale Candiano. Doge XXIV. Anni 978-979

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2020

Vitale Candiano. Doge XXIV. Anni 978-979

La nuova che Pietro I Orseolo aveva celatamente abbandonato trono e patria recò lutto profondo e dolore sincero alla nazione, la quale veracemente lo amava, ad onta che il partito, sempre operoso, dei Candiani, secondo riferiscono alcuni cronacisti, cercasse perfino d’insidiargli la vita. E questo partito potente valse, raccolta che fu l’assemblea, per dare un principe nuovo alla patria, a far eleggere Vitale Candiano fratello del trucidato Pietro IV, uomo provetto di età e di carattere umile, dolce e tranquillo. Sua prima cura fu di richiamare alla sede patriarcale di Grado suo nipote Vitale, che, cacciato in bando, erasi tosto ricoverato appo Ottone II imperatore, e quindi aveva posta stanza a Verona. E siccome l’imperatore medesimo, per le instigazioni del patriarca stesso, portava odio ai Veneziani, volle il doge che il nipote assumesse l’incarico di recarsi ad Ottone, in Germania, affine di riconciliarlo con la Repubblica. E ciò egli otteneva, operando che quell’Augusto ricevesse i doni inviatigli, e confermasse i precedenti trattati. Non durava però doge Vitale nella sede che soli quattordici mesi; imperocché la sua religione, e molto più lo stato di gravissima infermità, da cui fu colto fin dai primordi del suo governo, lo indussero a rinunziare al mondo ed a vestire le sacre lane nel monastero dei Santi Benedetto ed Ilario, ove dopo quattro soli giorni morì, e fu ivi sepolto.

Il ritratto di esso tiene nella destra mano il breve seguente:

CIVES DISCORDES SEDO : MORIOR MONACHATVS. (1)

(1) Il Palazzo Ducale di Venezia Volume IV. Francesco Zanotto. Venezia MDCCCLXI

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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