Sala del Consiglio dei Dieci

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Sala del Consiglio dei X - Palazzo Ducale

Sala del Consiglio dei Dieci

Quivi sotto la Repubblica si riduceva un tale consiglio nell’inverno dacchè, come il Pregadi, per maggior respiro soleva ridursi nell’estate nella sala del maggior consiglio. Il consiglio dei X era composto da 17 individui, dieci dei quali venivano eletti dal maggior consiglio per un anno, mentre gli altri sette si componevano del doge e di sei consiglieri. Eccelsa ne era invero l’autorità spettando ad esso il procedere contro tutti i delitti di lesa maestà, contro i sediziosi, i monetari falsi, ec. Con il sostegno delle leggi incuteva ai nobili al pari che ai plebei e col terrore suo diveniva il principale scudo della repubblica.

Il soffitto di questa sala, messo ad oro, è invenzione del patriarca di Aquileia Daniele Barbaro, ma i pennelli di Paolo Veronese, di Giambattista Ponchino detto il Bozzato, e del 2elotti lo rendevano più bello. Quindi Zelotti fece si l’ovale dalla parte delle finestre con Giano e Giunone onde significare la perpetuità e la ricchezza del veneto governo, e si il quadro bislungo vicino con Venezia contemplante Marte e Nettuno sue tutelari deità. Il Bassano dipinse l’altro ovale con Nettuno tirato dai cavalli marini in uno al seguente quadro bislungo con Mercurio che parla alla Pace. Paolo fece poi nel seguente ovato il vecchio seduto con quella donna accanto. E quanto amore mise mai in questa pittura al pari che nell’altro quadro bislungn dove si scorge Venezia che infranti i ceppi osserva il cielo! L’ultimo ovale con Venezia sopra il leone con lo scettro in mano è del Zelotti; ma mancano le due grandi opere di Paolo che adornavano sovra tutto questo soffitto. Era l’una l’ovale del mezzo raffigurante Giove che fulminava i quattro vizi il cui castigo era riservato appunto al consiglio dei X, cioè il sacrilego, l’incendiario, il monetario falso ed il sodomita. Era l’altra il prossimo quadro bislungo esprimente Giunone di spensiera di ricchezze a Venezia.

Tutti gli altri comparti di questo soffitto a chiaro-scuro sono degli stessi autori, i quali con le quattro donne turrite che circondano l’ovato di mezzo, espressero i quattro elementi. Del solo Zelotti è però il fregio che gira all’interno della sala con vari puttini ed otto iscrizioni.

Dal soffitto passando ad osservare i tre gran quadri che cuoprono le pareti di questa sala, diremo in prima che quello nel mezzo colla visita dei Magi è opera dell’Aliense assai bene immaginata e di una esecuzione diligente. Sotto quel quadro stava appunto il tribunale del consiglio dei X avente nel mezzo il trono pel doge ed ai lati i sedili per i consiglieri. Nel quadro alla destra di chi guarda, Leandro Bassano espresse il doge Sebastiano Ziani incontrato da papa Alessandro III allorché tornava vincitore di Federigo Barbarossa (anno 1175). La maggior parte delle teste sono ritratte dal naturale, e tutta l’opera è molto saviamente concepita, assai belli e vari ne sono i vestimenti. Nell’opposto quadro Marco Vecellio dipinse papa Clemente VII e l’imperatore Carlo V che concilio dono la pace d’Italia in Bologna, di cui si vede la piazza. (1)

ERMOLAO PAOLETTI. Il Fiore di Venezia, Volume II. Tommaso Fontana tipografo edit. Venezia 1839

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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