Palazzo Mastelli alla Madonna dell’Orto

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Palazzo Mastelli alla Madonna dell'Orto - Cannaregio

Palazzo Mastelli alla Madonna dell’Orto

Questo palazzo, di stile ogivale del secolo XIV, ha sul prospetto respiciente il rivo della Madonna dell’Orto un alto rilievo rappresentante un uomo in costume orientale che guida un cammello, e dall’altra parte sull’angolo un’ara antica. Nel cortile poi, a cui si accede per la porta situata in Campo dei Mori, si scorge parte di un archivolto con simboli e lemnischi, nonché un anello di pozzo fregiato di uno scudo con una sbarra a scacchi, blasone della famiglia Mastelli, ripetuto pure sopra un focolare degli appartamenti superiori.

Il suddetto palazzo fa parte di un antico corpo di fabbriche, in gran parte oggidì manomesso e rimodernato, che, fiancheggiando il Campo dei Mori, si stende dal rivo della Madonna dell’Orto a quello della Misericordia, e porta scolpite sopra i suoi muri tre altre figure di uomini, vestiti pur essi all’orientale, una delle quali è conosciutissima al nostro popolo sotto il nome di sior Antonio Rioba. Tutti gli scrittori credettero che questo fosse il fondaco dei Mori o Saraceni, ma è certo in quella vece che qui domiciliavano i tre fratelli Rioba, Sandi, ed Afani, autori della famiglia Mastelli, venuti nel 1112 dalla Morea, e perciò volgarmente Mori appellati, che quelle statue sono le loro immagini, e che quinci provenne il nome alle strade vicine.

Si legge in tale proposito in un codice Marciano. Negli anni del Sig.re MCXII tre fratelli Greci, Rioba, Sandi et Afani, per le seditioni civili fuggitisi dalla Morea ove possedevano molte giurisditioni, si ricoverarono con grandi averi in Venetia, et edificarono l’abitationi loro molto honorevoli appresso il Ponte dei Mori così detto per le figure dei tre sopradetti fratelli che nei angoli della fabbrica insieme coi nomi loro si vedono scolpite. Ed un’altra cronaca così si esprime nel codice medesimo: Si vedono oggidì le antiche abitazioni della casa Mastelli appresso Santa Maria dell’Orto, et specialmente le rovine di un suntuoso edificio, negli angoli del quale sono collocate tre grandi figure di marmo di uomini vestiti alla Greca, i quali, sostenendo tutto l’edificio, tengono sopra le spalle un fardello, a guisa di una valigia per dimostrazione forse delle ricchezze da loro in Venezia portate, nelle quali sono scolpiti i nomi dei tre primi autori di questa casa, et per questa cagione il Ponte ivi vicino che attraversa il canal della Misericordia viene chiamato dei Mori.

La famiglia Mastelli, che era degli antichi consigli, prese parte nel 1202 alla crociata condotta dal doge Enrico Dandolo. In seguito, rimasta nella cittadinanza, e dedicatasi alla mercatura, aprì in Cannaregio un fondaco di spezierie all’insegna del Cammello, in allusione forse del cammello scolpito sul proprio palazzo. Questa famiglia comperò dalla Signoria la giurisdizione sopra il passo detto del Moranzano sul Brenta, ed abbandonato il commercio, attese a godere in pace le raccolte ricchezze fino al 1620, anno nel quale andò estinta in un Antonio figlio di Gaspare Mastelli e di Laura Turloni.

Ecco, secondo il Cicogna, la ragione per cui il popolo al primitivo nome di Rioba, che porta una delle statue anzidette, aggiunse quello di Antonio. Il palazzo Mastelli però che ha il cammello sul prospetto era già passato da alcuni anni nella famiglia Prezzato, avendolo Paola, nata da Nicolò Mastelli e moglie di Pietro Dardani, concesso in dote alla propria figlia Angela, congiuntasi in matrimonio con Marcantonio Prezzato. Ciò si deduce da una epigrafe che il Cicogna lesse sotto un ritratto della sala, e che ci conservò nelle preziose sue schede manoscritte relative alle Iscrizioni Veneziane tuttora inedite, schede depositate attualmente nel patrio Museo. (1)

(1) Giuseppe Tassini. Sette palazzi di Venezia nuovamente illustrati. (Tipografia Gaspari. Venezia 1870).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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