San Marco – Il ritrovamento del corpo

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San Marco – Il ritrovamento del corpo

La primitiva chiesa a pianta centrale e anche ornata di affreschi o mosaici “multis ac variis coloribus” se vogliamo stare al raccolto della “translatio” era andata distrutta durante l’incendio scoppiato nel 972 in seguito ad una rivolta popolare contro il doge Pietro Candiano IV e si era anche perduta ogni memoria circa il luogo ove la preziosa reliquia poteva essere stata posta anche perché esso era stato tenuto nascosto e noto a pochi per paura di un furto. Bernardo Giustinian, scrivendo quattro secoli dopo gli avvenimenti, riferirà una diceria che egli definirà però ingiusta: circolavano voci che c’era stato un furto delle sacre spoglie quasi a contrappeso del furto veneziano “ut quem aliunde sustulimus is furtim quque fuerit a nobis ablatus”. I veneziani sono disperati per tale fatto, tanto più che la nuova basilica è già ricostruita e sarebbe proprio un peccato aver perduto colui per il quale quella reggia era stata fabbricata. Dopo varie e inutili ricerche allora, nel giugno del 1094 il doge Vitale Falier stabilisce un digiuno di tre giorni con precessione solenne nel quarto perché Venezia possa riavere il suo tesoro. Nei documenti locali è raccontato il fervore del popolo che invocava con preghiere e lacrime il miracolo. E il prodigio si copie. Le pietre di una colonna “calloprecia” (“ea est columna pluribusexlapidibus compacta” come avverte Bernardo Giustinian, quasi a rendere più facile e comprensibile il miracolo e concordano del resto con i cronisti più antichi) a poco a poco si smuovono, cadono e lasciano apparire l’arca dove si trovava la salma. Un manoscritto anonimo del millecento e quindi contemporaneo precisa che si trattava di una delle poche colonne rimaste dell’antica chiesa e che il fatto avvenne il 25 giugno.

Altri niracoli fioriscono attorno a questo: un profumo meraviglioso che si spande nella basilica, un’indemoniata guarita al tocco dell’arca, naufraghi scampati da morte sicura, etc. Dal 25 giugno all’8 ottobre, se vogliamo prestar fede al monaco autore della “Translatio Santci Nicolai” (sec XIII), il corpo rivestito dei paramenti sacerdotali, ” totus integer et paratus quasi missam cantaret” (ancora tutto intatto e come se stesse per cantare messa), rimase esposto alla venerazione dei fedeli e l’ultimo giorno fu recato processionalmente nella cripta della splendida chiesa che, dopo essere stata ricostruita da capo a fondo dal doge Domenico Contarini (1043 – 1071), e ornata di mosaici dal doge Domenico Selvo (1701 – 1084), poteva essere solennemente consacrata (8 ottobre 1094). In quell’occasione furono anche coniate alcune monete col nome dell’imperatore Enrico IV, il simbolo del leone e l’iscrizione ” Anno incarnacione ihesu xpi millesimo nonagesimo quarto die octavo inchoante mense octubrio tempore vitalis Faletri ducis” (alcune furono trovate nel 1811 quando si fece la ricognizione del corpo).

Nella sua chiesa il suo corpo fu sempre oggetto di particolare venerazione, soprattutto dopo il ritrovamento del 1094. Cittadini e stranieri accorsero a venerare quelle ossa gloriose. Solo con la caduta della Repubblica anche la venerazione verso san Marco parve oscurarsi. Pure allora alcuni tentativi di ritrovare le sacre spoglie deposte sotto l’altare maggiore della basilica restarono infruttuosi. Il patriarca Stefano Bonsignori però, dopo diligenti ricerche, potè assicurarsi che esse riposavano sempre nella cripta (6 maggio 1811) e il 26 agosto 1835 il patriarca Jacopo Monico ne fece solenne esumazione e le rinchiuse all’interno stesso della mensa. Una ulteriore sistemazione intesa a rendere più bello e funzionale l’altare e più visibile il sarcofago dell’evangelista avvenne il 24 novembre 1957, auspice il cardinale Roncalli (papa Giovanni XXIII). (1)

.(1) A. NIERO, Culto dei Santi a Venezia. Venezia, Studium Cattolico Veneziano, 1965.

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Basilica di San Marco – Luogo del ritrovamento del corpo di San Marco (1094) – Pilastro dell’altarino di San Giacomo

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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1 commento

  1. […] Ma potevate immaginare che a Venezia il Carnevale durava 4 mesi??? Dal giorno di Ognissanti (1 Novembre) al sopracitato Martedì Grasso! I Veneziani sapevano decisamente come divertirsi. Pensate che la prima testimonianza scritta dell’esistenza di un Carnevale di Venezia risale ad un editto del 1094, proprio l’anno del miracoloso ritrovamento dei resti Marciani. […]

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