Pozzo nel chiostro del Convento di San Giovanni di Malta, nel Sestiere di Castello

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Pozzo in Corte dei Do Pozzi (verso la Calle Larga XXII Marzo), nel Sestiere di San Marco

Pozzo del Convento di San Giovanni di Malta

Fusto: in pietra d’Istria di forma cilindrica con una cornice quadrata sostenuta da quattro volute di foglie d’acanto. Su due lati del fusto sono scolpiti, ad altorilievo, due stemmi; su gli altri due lati, sempre ad altorilievo, due rosette. Base: quadrata. Copertura: lastra metallica piana.

Chiesa della Commenda. L’ordine militare dei Templari ebbe in Venezia due chiese ed un monastero adiacente: l’una a Santa Maria in Broglio, e questa dedicata a San Giambattista del Tempio. Abolita quell’ordine nel 1319 dal pontefice Clemente V, passarono tutti i suoi beni in potere dei cavalieri Gerosolimitani, detti poscia di Rodi e finalmente di Malta. La chiesa di San Giovanni dei Friulani e l’annesso convento, che apparteneva alla religione dei Sangioanniti, rimasero incolumi sino a che durò la Repubblica; e l’ordine restò possessore della sua legittima sovranità sulle isole italiane di Malta e Gozzo.

Finita la Repubblica, tolto all’ordine il governo delle isole, la chiesa fu profanata, divenne prima deposito dei quadri tolti alle chiese distrutte, poi delle banche e di altre suppellettili della corte. Il convento bellissimo e l’orto vasto furono dati a pigione; nel convento fu una stamperia e persino una sala di spettacoli. Della chiesa restavano le nude muraglie, che a mala pena reggevano il tetto.  

Nell’anno 1839 fu instituito il Gran Priorato Lombardo-Veneto,  si restituiva all’ordine la chiesa ed il convento, e gli si accordavano i privilegi che constano dalla sovrana patente. Al Gran Priorato del regno Lombardo-Veneto vennero uniti i ducati di Modena, Parma, Lucca, e posteriormente anche il Piemonte, e fu permessa l’istituzione di commende gentilizie di giuspatronato, delle quali parecchie sono già fondate. Il lavoro durò tre anni, la chiesa è semplice, ma nobile, il convento fu riordinato interamente, conservando la gran sala e l’appartamento per i ricevimenti e l’archivio.  (2)

(1) ConoscereVenezia

(2) Bernardo e Gaetano Combatti. Nuova planimetria della città di Venezia. (VENEZIA, 1846 Coi tipi di Pietro Naratovich).

FOTO: Alfonso Bussolin. Pubblicazione riservata. Non è consentita nessuna riproduzione, con qualunque mezzo, senza l'autorizzazione scritta del detentore del copyright.

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